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Addio a Jair, la “freccia nera” della Grande Inter di Helenio Herrera

L'Inter e il mondo del calcio piangono Jair, ala destra simbolo della squadra di Helenio Herrera.

Si è spento a 84 anni Jair, storico campione brasiliano della Grande Inter guidata da Helenio Herrera. L’Inter ha espresso il proprio cordoglio con un messaggio ufficiale: “È scomparso Jair. Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternità di una squadra leggendaria. Il club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile.”

La memoria dei tifosi nerazzurri riporta a una formazione passata alla storia, capace di conquistare successi memorabili. In quella squadra costruita dal presidente Angelo Moratti, Jair divenne una pedina fondamentale, soprannominato la freccia nera per la sua velocità e il suo dribbling irresistibile.

Tra le sue imprese più celebri, il gol decisivo nella finale di Coppa dei Campioni del 1965 contro il Benfica al Meazza, un momento che ha inciso il suo nome nella leggenda interista. Con la maglia nerazzurra, Jair ha saputo lasciare un’impronta indelebile, contribuendo a un’epoca d’oro che ancora oggi suscita emozione.

Estroso e imprendibile, con la capacità di mantenere il pallone incollato ai piedi e fendere le difese avversarie come una saetta, Jair è rimasto nell’immaginario collettivo degli appassionati di calcio. Le sue gesta appartengono a un’epoca lontana, ma il talento che ha saputo esprimere trascende il tempo e si conserva nella storia.

Oltre ai trionfi con l’Inter, il suo palmarès vanta anche la vittoria del Mondiale in Cile nel 1962 con il Brasile, pur senza scendere in campo a causa della concorrenza del fenomenale Garrincha. Nel corso della sua carriera, Jair indossò anche la maglia della Roma per una stagione, senza però interrompere il forte legame con il calcio italiano.

La scomparsa di Jair segna la perdita di uno dei simboli più amati del calcio internazionale e di una stagione irripetibile per l’Inter, che attraverso di lui aveva saputo raggiungere vette di gloria assoluta.