Ecco l’Accordo Collettivo che cambia il mondo dei tecnici Dilettanti

Una data: 21 febbraio 2024; tre firme: Gabriele Gravina per la FIGC, Giancarlo Abete per LND, Renzo Ulivieri per l’Aiac. E il calcio dilettantistico è così entrato in una nuova dimensione, quella dell’Accordo collettivo nazionale per la regolamentazione delle collaborazioni coordinate e continuative di lavoro sportivo nell’area del dilettantismo. Il lungo lavoro di preparazione, di confronto e di sintesi tra le parti, al quale ha partecipato anche Pierluigi Vossi, vicepresidente Aiac, è dunque giunto a un risultato condiviso. Dopo le stagioni dei Protocolli d’intesa, per la prima volta si è arrivati a regolare compiutamente il rapporto tra società e tecnici, ora nel quadro della nuova legge sul lavoro sportivo, introdotta con Decreto legislativo 36 del 2021. All’Accordo sono allegati (come parti integranti) il modulo del Contratto Tipo, il modulo per la regolamentazione degli effetti del contratto pluriennale in caso di promozione e conseguente passaggio all’area professionistica; il modulo delle Altre Scritture; il Regolamento del Collegio Arbitrale; le tabelle dei minimi federali.
Una svolta che riguarda fattivamente oltre 30 mila allenatori impegnati nel grande mondo dei Dilettanti, solida base della piramide federale su cui poggia il movimento calcistico del Paese.
L’articolato disegna un percorso certo, fatto di diritti/doveri/obblighi/divieti per i tecnici inquadrati come lavoratori sportivi (non si applica ai volontari del settore) e tocca tutti gli aspetti specifici del ruolo, mai regolati prima, come per esempio la pattuizioni di premi a obiettivo (pari fino al 100% della parte fissa del contratto) in tutte le categorie, maschili e femminili, o la certificazione dell’esonero da parte del Settore Tecnico presentata debitamente dall’allenatore e non più soltanto dalla società. L’articolo 17 fissa le tutele per le allenatrici riguardanti maternità e puerperio. Si passa in generale da un sistema che fissava dei massimali a uno che prevede un compenso minimo mensile.
«La logica è quella di fissare una soglia in basso e liberare la possibilità di superare i limiti precedenti in alto» ha spiegato Renzo Ulivieri. «Ma quello che più conta è che questo Accordo dimostra la volontà di fare sistema da parte dei firmatari, senza egoismi o prevaricazioni. Un esempio che anche altri dovrebbero seguire».

 

Comunicato Associazione Italiana Allenatori Calcio sul proprio sito ufficiale

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