PromPuglia: Spinazzola “Il covid va battuto sul campo. Non a porte chiuse”

Post pubblicato sulla pagina Facebook della USD Nuova Spinazzola:

Il covid ha fatto saltare i nostri schemi. Ci ha schiacciato nella nostra metà campo. Ha fermato ogni tentativo di ripartenza o contrattacco. Ci ha dribblato e spiazzato inesorabilmente.
Il covid ci ha sconfitti amaramente e retrocessi.
Basterebbe questo parafrasare di tre righi per metterci una pietra sopra e l’anima in pace rispetto a ciò successo e che sta succedendo.
Basterebbe questo gergo calcistico per accettare a testa bassa tutto ciò che in questi mesi ha ‘girato’ intorno al mondo covid. Al di là del mero pensiero di chi leggendo vorrebbe pensare che quanto scritto sia dettato da una visione di parte, almeno l’onestà intellettuale dovrebbe ‘scendere’ in campo e dubitare fortemente difronte a tante misure restrittive dettate per contenere l’ondata covidiana.
Proviamo a mettere sul piatto della ragione, quanti e quali motivi dovrebbero spingere il buon senso di chi sottoscrive restrizioni e compagnia varia a cambiare rotta riguardo lo stop ancora forzato dei giochi. Ragioni che nel mondo del calcio dilettantistico e giovanile sono state più volte abbondantemente ripetute.
– l’importanza dello sport sotto l’aspetto fisico, sociale, psicologico e culturale;
– l’importanza per l’intero comparto economico che permette a migliaia di giocatori e fruitori degli stessi un supporto non indifferente nel vissuto giornaliero.
– la possibilità per la gente dei piccoli paesi di avere un luogo (all’aperto) di poter svagarsi in maniera sana e socievole…
– ecc..ecc.
Ma a parte le varie ed eventuali elencabilI, va rimarcato quanto poco chiaro e insensato sia cercare di contenere qualche numero in più di contagi nell’ambito sportivo in generale, tenendo a casa decine di migliaia di dilettanti.
Perché?
Perchè se da un lato i ‘professionisti’ milionari delle serie maggiori, magari grazie ad un dpcm CONI (visto che di anticostituzionale c’è stato di tutto e di più in questi mesi) potrebbero pagare i tamponi per le squadre dei campionati minori, dando così un/quarto di senso all’idea del calcio come sport ‘uguale per tutti’, dall’altro non ci ritroveremo ancor più a dover curare (e quindi non prevenire) i danni di tale prorogarsi e rimandare una ripresa delle attività che da tempo ormai non solo è necessaria (tendente all’indispensabile), ma opportuna per contrastare immunologicamente e psicologicamente, socialmente ed economicamente, una influenza virulenta ancora dopo 11 mesi affrontata con incomprensibili pagliativi a discapito di terapie comprovate per la loro efficacia.
E che lo Spadafora di turno dovrebbe ricordare al suo ministro di banco Speranza di darsi una mossa cosciente e sensata in tale direzione.
Consapevoli che serva a poco scandire tante ed altrettante motivazioni che scaturiscono da questa provocazione teorica, la nostra società ritiene giusto proporre ed appoggiare qualsiasi iniziativa che punti a invertire una rotta non tanto necessaria a decidere quale formula attuare per una eventuale ripresa dei campionati. Ma solo ed esclusivamente a tornare a praticare lo sport del calcio.
Da subito.
Uno sport che solo rivedendo correre migliaia di ragazzi dietro ad un pallone potrà evitare la ‘retrocessione’.
Dateci almeno i play-out…a questo punto
Il covid va battuto sul campo. Non a porte chiuse.
Spinazzola
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