Un allenatore di Prima Categoria squalificato per 36 gare: la motivazione

L’allenatore del Silea, squadra di Prima Categoria veneta, Francesco Bellomo, squalificato per ben 36 gare.

Il comunicato della LND Veneto Riferisce l’Arbitro che fin dal primo tempo una persona, successivamente identificata per Bellomo Francesco, lo dileggiava dalla tribuna, senza alcuna ragione. La medesima persona entrava, durante l’intervallo, nello spogliatoio della società Silea 1927, benchè, da informazioni acquisite e confermate da verifica condotta sul curriculum dello stesso, si trovasse in espiazione di sanzione, come da C. U. n. 40 del 27.10.2021, di sei gare. Intercalava gli insulti con espressioni blasfeme. A fine partita, annota ancora l’A., lo spogliatoio era frequentato da persone non legittimate nonostante l’invito rivolto al dirigente a lui addetto, di chiudere la porta per interdire  l’accesso a estranei. Va censurato il comportamento di Francesco Bellomo, che infrange plurime disposizioni del CGS: art. 9 comma lett. c), art. 14 comma 1 lett. m), art. 18, art. 36 comma 1 lett. a), art. 37 lett. a). La sanzione base, prevista per la violazione dell’art. 36, é determinata in mesi tre di inibizione, aumentata per la continuazione e gli aggravamenti del triplo. Quindi mesi nove di inibizione, da eseguirsi dopo l’esecuzione di quella in precedenza inflitta. Considerato che ogni mese corrisponde mediamente a quattro giornate di gara, la sanzione va commisurata a 36 giornate da sommarsi a quelle residue della precedente sanzione ancora non espiate”.

Inibito fino al 31 gennaio 2022 il presidente del Bibione Valter Bibione per la seguente motivazione:

 Riferisce l’Arbitro che, a fine partita, nel rientro allo spogliatoio, incontrava una persona ad attenderlo, identificata come Presidente della società Bibione, che lo apostrofava con espressioni volgari e ingiuriose. Invitava il dirigente della squadra ospitante ad allontanarlo, perché non presente in lista. Nell’allontanarsi persisteva nel comportamento oltraggioso e minaccioso, tanto da suggerire ai dirigenti locali d’intervenire per fermarlo. Rientrava, però, ancora nell’area spogliatoi, continuando a esprimersi con epiteti oltraggiosi”.

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