Attivisti Pro-Pal occupano sede FIGC Veneto: chiedono presa di posizione su Italia-Israele
Occupazione pacifica nella sede FIGC Veneto: confronto tra attivisti Pro Pal e il presidente Giuseppe Ruzza sul match Italia-Israele.
Nella mattinata del 10 ottobre un gruppo di attivisti del collettivo Pro Pal ha occupato pacificamente la sede del Comitato Regionale Veneto della FIGC–Lega Nazionale Dilettanti a Marghera. L’azione, promossa in vista della partita Italia–Israele in programma martedì a Udine, ha avuto lo scopo di sollecitare una presa di posizione pubblica della federazione e della Lega Dilettanti sulla disputa dell’incontro.
Gli attivisti, accolti dal presidente regionale Giuseppe Ruzza, hanno espresso il timore che la gara possa rappresentare una “normalizzazione del conflitto” e hanno chiesto il rinvio o l’esclusione della nazionale israeliana, citando come precedente i provvedimenti adottati in ambito sportivo contro la Russia. «Lo sport rappresenta la società: disputare la gara invia un messaggio sbagliato», hanno dichiarato, annunciando la loro partecipazione a un corteo in programma a Udine nei prossimi giorni.
Durante il confronto, svoltosi in un clima civile, gli attivisti hanno invitato i comitati territoriali a fare “pressione dal basso” sui vertici federali affinché il tema venga portato all’attenzione di UEFA e FIFA. Sono stati esposti striscioni e bandiere palestinesi, ma non si sono verificati disordini né danni alla sede.
Il presidente Ruzza ha ribadito che il Comitato regionale non ha competenze sulle decisioni relative alle gare internazionali. «Da Marghera non possiamo fermare la partita di Udine», ha spiegato, definendo tuttavia “utile” il confronto e promettendo di riferire ai vertici federali — Gabriele Gravina per la FIGC e Giancarlo Abete per la LND — le istanze raccolte. «Useremo parole corrette per restituire il clima costruttivo dell’incontro», ha aggiunto.
Nel corso della discussione, Ruzza ha ricordato l’impegno sociale della LND Veneto con progetti contro la violenza di genere, per l’inclusione dei giovani stranieri e in collaborazione con istituti penitenziari e centri di accoglienza. «C’è chi partecipa in modi diversi: conosciamo il contesto e non siamo avulsi da quanto accade», ha affermato.
Gli attivisti hanno replicato chiedendo segnali concreti e comunicazioni ufficiali “in tempi rapidi”, ritenendo superata la fase dei “bilanciamenti” e invitando il Comitato a diffondere un proprio messaggio pubblico. «Il tempo delle parole è quasi finito: la partita, se disputata, veicolerà un messaggio di normalizzazione», hanno sostenuto.
L’iniziativa si è conclusa senza l’intervento delle forze dell’ordine e con l’impegno, da parte del CR Veneto, di trasmettere a Roma le richieste e l’esito del confronto con il collettivo Propal.
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