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Brescia verso la rinascita: la FeralpiSalò prepara il cambio di nome e sede

Giovedì 3 luglio possibile annuncio per il nuovo Brescia, ma lo stadio resta un’incognita

La data cerchiata in rosso è quella di giovedì 3 luglio, giorno in cui il Consiglio Federale potrebbe sancire la fine dell’era Massimo Cellino e aprire ufficialmente quella del nuovo Brescia, nato dal cambio di denominazione e sede della Feralpisalò. Ma a tenere banco resta il nodo stadio Rigamonti, tra affitti non pagati e migliorie realizzate a spese del presidente uscente.

Mentre i preparativi per il futuro proseguono a ritmo serrato, la situazione attuale resta sospesa in un delicato equilibrio. A Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia, si attende di sapere se Massimo Cellino salderà entro sabato 28 le due rate di affitto arretrate, per un totale di 157.500 euro. In caso positivo, una delle clausole che consentirebbero al Comune di revocare la convenzione per l’uso dello stadio – in vigore fino al 2028 – decadrebbe.

Questo scenario aprirebbe un’interrogativo cruciale: il nuovo Brescia, pur formalmente autorizzato, potrebbe ritrovarsi senza la possibilità di utilizzare il Rigamonti? La risposta è legata anche alla riunione del 3 luglio, quando la cancellazione ufficiale del Brescia di Cellino darebbe il via libera alla revoca definitiva della concessione da parte dell’amministrazione cittadina, secondo il principio della “squadra di maggior interesse pubblico”.

Altra questione aperta riguarda le migliorie realizzate all’impianto da Cellino: dai pitch-box alle sedute per gli spettatori. In caso di revoca, questi interventi resterebbero in capo al Comune di Brescia o Cellino potrebbe rimuoverli? Il tema è al centro delle discussioni che animano la città, tra appassionati e addetti ai lavori.

Intanto, oggi si riunisce la Covisoc per esaminare la documentazione d’iscrizione presentata da Cellino, spedita da un letto d’ospedale a Cagliari dopo un’operazione alla colonna vertebrale. Mancando la ricevuta del pagamento degli stipendi per circa 4,3 milioni di euro (comprensivi di mora), la bocciatura appare scontata. Cellino potrebbe comunque fare ricorso entro 24 ore, una mossa considerata improbabile, ma non esclusa.

Il gesto dell’ex presidente, che ha comunque presentato l’iscrizione pur sapendo della sua inutilità, ha prodotto un solo effetto concreto: il ripescaggio del Ravenna in Serie C, secondo quanto previsto dai regolamenti. Nulla da fare invece per il Caldiero, che sperava nella riammissione.

Dall’altra parte, il presidente della Feralpisalò Giuseppe Pasini continua la sua azione politica e imprenditoriale per costruire la nuova società. Secondo fonti vicine al club, avrebbe già ottenuto l’appoggio di almeno cinque imprenditori locali. Il piano è chiaro: costruire una squadra competitiva sin da subito, con l’obiettivo di ottenere la promozione in Serie B nell’arco di due anni e di tornare nella massima serie nel giro di un quinquennio.

In parallelo si lavora all’identità del nuovo club: nome, simbolo, colori. L’indicazione è precisa: “Brescia” dovrà essere centrale nella nuova denominazione, anche se lo storico stemma è ancora oggetto di un contenzioso.

Per i tifosi bresciani è iniziata un’altra settimana di attesa, forse quella decisiva. Le nubi che si addensano su Mompiano non hanno ancora scaricato tempesta, ma l’orizzonte non è del tutto sereno. Il 3 luglio si avvicina, e con esso la possibilità concreta di un nuovo inizio.