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D/C: Addio al calcio giocato per Simone Corbanese. Il messaggio dei compagni della Dolomiti Bellunesi

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Non si chiude solo una stagione: la seconda nella storia della SSD Dolomiti Bellunesi. Con l’addio al calcio giocato di Simone Corbanese, a chiudersi è un’era. Sono ancora negli occhi, e nel cuore di tutti, le immagini e le sensazioni legate alla sfida conclusiva col Montebelluna: il gol che spezza l’equilibrio, il successo per 4-1, la standing ovation, la festa finale con i familiari, i vertici societari, i compagni. E fra loro, anche un vero amico come Sebastiano Sommacal: «Simone è uscito dal rettangolo verde con le lacrime agli occhi e io stesso ero abbastanza commosso. Ho ancora il groppo in gola. Cobra era tornato a Belluno dieci anni fa e, a quel tempo, lo conoscevo soltanto di fama. Poi abbiamo condiviso un lungo percorso».

SPALLA A SPALLA – Corbanese manda in archivio una carriera scandita da 226 reti: «Attaccante fortissimo – riprende Sommacal – perfino nella sua gara d’addio si è reso protagonista di una prova eccezionale. Per non parlare della persona: mi sono subito affezionato a Simone e alla sua famiglia. Siamo cresciuti insieme, spalla a spalla. Abbiamo vissuto momenti belli e altri più duri: sia dal punto di vista calcistico, sia privato. È un punto di riferimento e una fonte d’ispirazione». Lo è stato pure in quest’annata: «Non ha mai perso il controllo della situazione. Nonostante le difficoltà all’inizio e i tanti cambiamenti, ha sempre tenuto in mano il timone. Fra le sue tante doti c’è indubbiamente l’equilibrio». “Seba” svela un retroscena: «In questi mesi ho cercato più volte di fargli cambiare idea. Tanto, tantissimo ha dato, ma avrebbe ancora parecchio da dare al mondo dello sport». Corbanese sta al territorio dolomitico come Totti a Roma: un’esagerazione? Non proprio: «Poteva scegliere altre realtà, invece ha voluto rimanere qui – riprende il difensore – ed è diventato un simbolo. A questi livelli, pochi possono competere con lui. E anche l’addio è stato incredibile, in molti glielo invidieranno». Mancherà a chiunque: «Capitano con la “C” maiuscola, sarà difficile da sostituire».

OCCHIO DI RIGUARDO – A proposito di capitano, prima di uscire dal rettangolo verde Cobra ha lasciato la fascia a Francesco De Carli: «Simone è innanzitutto un splendida persona – afferma il centrocampista – e poi uno straordinario giocatore. Mi ha insegnato tanto a livello umano e spero rimanga una profonda amicizia fra noi». Nemmeno Alex Cossalter nasconde la sua emozione: «È il compagno da cui ho imparato di più. E che ho preso come esempio: mi ha dato una miriade di consigli, per me ha sempre avuto un occhio di riguardo. Vederlo in allenamento, il modo in cui attaccava la palla e si sacrificava, è stato di enorme aiuto». Corbanese, bomber e leader: «Ha sempre messo gli altri davanti a se stesso, anche in quest’ultimo periodo – conclude Alex -. Posso solo ringraziarlo: l’ho già fatto e lo continuerò a fare. Sono onorato di averlo conosciuto e di aver giocato con lui».