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D/G: Terracina, la società scrive ad Abete: “Contro l’Olbia, accanimento arbitrale evidente”

Il club pontino scrive al presidente LND dopo la gara con l'Olbia: “Arbitraggi penalizzanti”

A seguito della gara disputata domenica scorsa contro l’Olbia, la dirigenza del Terracina Calcio 1925 ha indirizzato una lettera al presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete, esprimendo forti perplessità sull’arbitraggio del direttore di gara Rocco Alfonso.

Nella missiva, il club pontino sottolinea il proprio rammarico per dover prendere posizione pubblicamente sul finire di una stagione ritenuta “oltremodo deludente”, ma segnata da eventi considerati esterni alla responsabilità diretta della società. Nonostante le difficoltà, il Terracina ha continuato a onorare il campionato, rivendicando il rispetto verso la LND e verso i propri tesserati.

La società lamenta un “accanimento” da parte di alcune terne arbitrali e descrive come insostenibile quanto accaduto nell’incontro con l’Olbia del 13 aprile. In particolare, vengono criticate due espulsioni: quella di Aquino, durante una fase offensiva definita decisiva, e quella post-partita di Altobelli, giocatore di lunga esperienza tra Serie B e C. A queste si aggiunge il caso di Martino, squalificato per cinque giornate in seguito a un’espulsione arrivata a gara conclusa.

“Non si tratta di una semplice protesta per la classifica, ma di una situazione oggettiva non più sostenibile”, si legge nella lettera, dove si utilizza una metafora forte: quella del “malato” che cerca di resistere, mentre le direzioni arbitrali sembrerebbero voler favorire una retrocessione accelerata.

Il Terracina Calcio 1925 affronterà giovedì prossimo il Savoia priva di tre dei suoi principali giocatori, squalificati in seguito a decisioni che la società definisce “opinabili”.

Nel testo si richiama anche una richiesta pendente presso la LND per la proroga del mercato invernale, bloccato a gennaio per motivi che il club ritiene infondati, impedendo così il rafforzamento della rosa.

Il club conclude rivolgendosi direttamente ad Abete, chiedendo semplicemente di poter competere “ad armi pari” nelle ultime tre giornate del torneo. “La retrocessione non ci fa paura, ma chiediamo equità nei giudizi e regole uguali per tutti”, si legge nella parte finale della lettera.