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Green Pass obbligatorio: le regole per palestre, piscine e calcetto

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Il decreto Green Pass arriva in Gazzetta Ufficiale e dal 15 ottobre sarà obbligatorio per palestre, piscine, eventi e competizioni sportive.

La certificazione verde è obbligatoria per tutte le strutture al chiuso, dalle palestre alle piscine, comprese le attività che si svolgono all’interno come danza, arti marziali, ginnastica artistica, yoga, acquagym o spinning. Ogni disciplina avrà il suo protocollo specifico. Continueranno a essere mantenute le misure di sicurezza: obbligo di mascherina al chiuso (tranne durante la doccia e l’allenamento), misurazione della temperatura all’ingresso, distanziamento di 2 metri in palestra e 7 metri quadrati per ogni nuotatore in vasca

Tutti gli atleti, quindi, saranno obbligati a presentare il certificato verde per allenarsi e disputare le varie competizioni sportive.

Saranno esenti dall’obbligo del green pass i frequentatori di centri sportivi all’aperto. Non dovrà presentare alcuna certificazione, di conseguenza, anche chi vorrà svolgere attività sportiva in forma individuale all’aperto. Via libera confermato, dunque, per il calcetto all’aperto senza green pass, ma alcuni centri lo richiedono in quanto necessario per l’utilizzo di spogliatoi, docce e altre aree comuni

Saranno esenti dal green pass anche i minori di 12 anni che potranno svolgere, senza certificazione, anche attività sportiva al chiuso. Lo dovranno presentare, invece, parenti o altri accompagnatori per accedere alla struttura

  • green pass per l’accesso agli impianti agli over 12
  • percorsi che garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro
  • uso obbligatorio della mascherina sulle seggiovie, dove sarà consentita la capienza del 100%, ridotta all’80% in caso di utilizzo della chiusura delle cupole paravento
  • uso obbligatorio della mascherina per le cabinovie e le funivie, dove sarà consentita la capienza dell’80%

“Le somme trasferite a Sport e Salute s.p.a per il pagamento delle indennità per i collaboratori sportivi connesse all’emergenza COVID-19 non utilizzate – si legge nel Decreto -, sono riversate, in deroga all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate per il 50 per cento al «Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano» e per il restante 50 per cento al «Fondo per il rilancio del Sistema sportivo nazionale»”  (sport.sky.it)