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PromVeneto: Azzurra Due Carrare “Dubbi e perplessità dopo «Conference Call» tra Figc e società”

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Pubblicato sul sito ufficiale della società Azzurra Due Carrare:

Si è tenuta ieri mattina la «Conference Call» indetta dalla Federcalcio regionale per tutte le società venete di Promozione e Prima Categoria: sono state affrontate tutte le tematiche di maggiore attualità, a partire ovviamente dai dubbi e dalle perplessità legate alla sospirata ripresa dell’attività agonistica.
Questo il pensiero del nostro direttivo sportivo Andrea Stefani.
«Personalmente mi sarei aspettato di più: più che una riunione è stata una sorta di intervista, dove la Federazione si è limitata a raccogliere le informazioni senza fare proposte concrete. Qui purtroppo c’è una mentalità troppo chiusa e mancano le idee: la vicenda continua ad essere gestita in modo troppo “politico” e con simili premesse è impossibile pensare ad una ripresa. Ieri mattina, su 53 società che hanno fatto vari interventi, ben 40 hanno detto “no” ad una ripartenza in queste condizioni. Ci sono troppi punti interrogativi: il costo dei tamponi, il servizio di infermeria, l’obbligo del medico sociale, il numero di positivi che comporterebbe l’annullamento della partita, la procedura infinita che avrebbe un atleta positivo prima di poter rientrare. Per quanto mi riguarda, io avrei organizzato una vera riunione per spiegare le possibili modalità della ripresa, magari con un format già prestabilito: la Figc, invece, si limiterà a inviare un questionario per sapere chi se la sente di riprendere e chi preferisce non farlo».
Quali sono, a tuo avviso, le strade percorribili?
«Vedo solo due opzioni: o si spalma questa stagione in due annate, riprendendo da dove ci eravamo fermati, oppure si chiude tutto e si riparte da zero appena ce ne sarà l’opportunità. Con l’attuale protocollo è impossibile pensare ad una ripresa: non dimentichiamoci che c’è ancora il coprifuoco delle 22 e che non si può in alcun modo usare gli spogliatoi. La preoccupazione maggiore riguarda il settore giovanile: come società abbiamo un dovere morale nei confronti di oltre 200 tesserati e stiamo facendo l’impossibile per proseguire almeno gli allenamenti individuali, con tutte le accortezze del caso. Abbiamo un ruolo sociale verso un’intera comunità e dobbiamo dare un servizio prezioso alle famiglie, affinché i figli non perdano le motivazioni per venire al campo e fare sport».
Come uscirà il calcio dilettantistico da tutta questa situazione?
«Bisogna stringere i denti e continuare a soffrire, sperando che almeno a settembre si possa ripartire in una maniera “pseudo-normale”. In questo momento abbiamo l’obbligo di tenere alta l’asticella sui ragazzi soprattutto sul piano psicologico, perché il rischio più grande è proprio quello di perdere l’amore e la passione per il nostro sport».