Stadio da 60 milioni ma nessuna squadra: il paradosso Taranto

Sono trascorsi due mesi dall’ufficiale estromissione del Taranto FC 1927 dal campionato, un epilogo che ha segnato profondamente la città. A decretarne la fine sportiva è stata una serie di gare concluse con risultati pesanti e una rosa composta da giovani impreparati al contesto professionistico.

La situazione attuale appare distante anni luce dall’entusiasmo che aveva accompagnato la squadra poco più di un anno fa, quando i playoff avevano acceso il sogno della Serie B. Oggi il club è assente dal panorama calcistico nazionale, relegato in una condizione di totale incertezza.

Non si può attribuire la crisi al solo episodio dell’incendio scoppiato durante la sfida contro il Foggia, né alla costruzione del nuovo stadio Erasmo Iacovone, opera finanziata con oltre 60 milioni di euro pubblici in vista dei Giochi del Mediterraneo 2026, in programma proprio a Taranto. Se per alcuni la nuova struttura potrebbe sembrare un’infrastruttura priva di una squadra che la rappresenti, resta comunque un segnale di fiducia per il futuro del territorio.

Un ruolo centrale sarà ricoperto dalla Nuova Fondazione per i Giochi del Mediterraneo, guidata da Massimo Ferrarese, con la missione di valorizzare le discipline sportive locali, a partire da calcio e basket. Tuttavia, due questioni fondamentali restano irrisolte: la sopravvivenza della matricola storica del club e l’elezione del nuovo sindaco, elementi chiave per delineare il futuro sportivo cittadino.

Nel frattempo, cresce l’attesa tra i tifosi, desiderosi di tornare a sostenere i propri colori, indipendentemente dalla categoria. Grazie a una legge introdotta nell’aprile 2024, esiste la possibilità concreta che il Taranto venga ammesso in sovrannumero nel campionato di Eccellenza, aprendo così una strada per un nuovo inizio.

L’estate alle porte si annuncia densa di sviluppi, non solo sul fronte climatico. L’auspicio diffuso è che da questa fase di difficoltà possano emergere le basi per un progetto solido, capace di restituire alla città e ai suoi tifosi una dimensione calcistica degna della loro storia e passione.