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Caos in Seconda Categoria: pugno in testa all’arbitro e squalifica di 5 anni

Il Giudice Sportivo infligge 5 anni di squalifica al calciatore dell’Akkademy colpevole di aggressione

Finale di stagione amaro nel girone I della Seconda Categoria Laziale, dove l’ultima giornata è stata segnata da un grave episodio di violenza in campo. Il match tra Sporting Aniene e Akkademy Aprilia, disputato domenica scorsa, è stato sospeso al 55’ sul punteggio di 2-0 per i padroni di casa, a seguito di un’aggressione ai danni dell’arbitro.

Secondo quanto riportato nel referto, il direttore di gara è stato ripetutamente oggetto di insulti e minacce da parte dei tifosi ospiti. Dopo aver espulso un giocatore dell’Akkademy per espressione blasfema, il clima si è ulteriormente surriscaldato. Subito dopo, un secondo calciatore della formazione apriliana è stato espulso per doppia ammonizione. A quel punto, l’atleta ha colpito l’arbitro con un pugno alla tempia destra, facendolo crollare a terra.

Nonostante le condizioni fisiche precarie — tra cui dolore intenso, giramenti di testa e annebbiamento della vista — il direttore di gara è riuscito a rientrare negli spogliatoi, senza ricevere alcuna assistenza da parte dei dirigenti ospiti. Successivamente si è recato al Pronto Soccorso del Policlinico Militare “Celio” di Roma, dove gli è stato diagnosticato un trauma contusivo alla regione temporale destra con una prognosi di cinque giorni.

Il Giudice Sportivo, esaminato il rapporto arbitrale, ha emesso una sentenza severa:

  • Sconfitta a tavolino per 0-3 per l’Akkademy Aprilia;

  • Ammenda di 400 euro per irregolarità nella distinta di gara;

  • Squalifica fino al 19 aprile 2030 per il giocatore responsabile dell’aggressione;

  • Cinque giornate di squalifica per il secondo calciatore espulso.

Un episodio grave che riaccende i riflettori sul problema della violenza nei campi dilettantistici, in un contesto che dovrebbe invece rappresentare un modello di sportività e rispetto.