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L’Italia continua la sua lotta per segnare gol: chi può salvarla?

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Dopo lo 0-0 contro l’Ucraina, gli azzurri di Spalletti si sono ufficialmente qualificati per i prossimi europei che prenderanno il via a partire da giugno 2024. Durante il suo percorso verso la qualificazione, tuttavia, la Nazionale ha dovuto lottare tanto, anche solo per strappare risultati minimi. Nell’ottica di dover affrontare pezzi da 90 come l’Inghilterra, il Portogallo o la Spagna, insomma, il team di Spalletti deve trovare il modo di alzare l’asticella e migliorare notevolmente il proprio livello di competitività.

 

Lo stesso Arrigo Sacchi, ex allenatore della Nazionale Italiana tra il 1991 e il 1996, ha elogiato il comparto difensivo degli azzurri, pur spiegando che quello sostenuto finora non è certo un cammino da “fenomeni”. La parola d’ordine, secondo lo storico c.t. è “non commettere gli errori del passato”, con la consapevolezza che un risultato eccezionale come quello del 2021 si può ottenere nuovamente con la giusta grinta, le adeguate strategie di gioco e la sete di goal. In attesa dei sorteggi per Euro 2024, insomma, tutti si chiedono chi potrà salvare l’Italia durante i prossimi europei di calcio?

L’andamento degli azzurri

Seguendo i match di qualificazione, così come le quote scommesse di Serie A e degli altri campionati che coinvolgono i giocatori azzurri, possiamo dire che l’andamento degli azzurri desta ancora qualche preoccupazione. Durante il match contro l’Ucraina, infatti, la rosa di Spalletti ha saputo gestire abbastanza bene il gioco, specialmente durante la prima frazione, ma si è visto emergere una serie di carenze che andrebbero corrette il prima possibile. Aldilà delle fluidissime manovre a centrocampo e degli interventi decisivi di Chiesa e Dimarco, gli azzurri sono riusciti a definire soltanto un’occasione di gol.

 

Sono tante, in realtà, le verità che emergono dall’analisi del match contro gli avversari ucraini. Federico Chiesa si è dimostrato anche in quell’occasione un vero fuoriclasse, adatto a guidare tutte le azioni decisive dell’Italia, ma probabilmente da solo non può permetterci di essere competitivi in ambito europeo. C’è da considerare anche il fatto che la squadra non disponga ancora di un centravanti titolare. Nessuno dei giocatori, infatti, è in grado di dimostrare una buona continuità di rendimento, oltre al fatto che in ballo c’è sempre Ciro Immobile.

Chi o cosa salverà l’Italia ad Euro 2024?

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Tra i tantissimi aspetti da migliorare, tuttavia, gli italiani di Spalletti possono fare affidamento su alcune qualità tecniche su cui occorre investire pienamente in vista dei futuri sorteggi. Gli azzurri di quest’anno, infatti, possono contare su un Federico Chiesa decisamente pericoloso. L’attaccante della Juventus riesce ad organizzare autonomamente iniziative sorprendenti, facendo da traino per tutti i compagni e dimostrando persino ottime qualità difensive nei pressing. Nella seconda frazione, durante il match contro l’Ucraina, Chiesa era visibilmente stanco, ma ha comunque tentato di rendersi indispensabile fino alla fine.

 

Anche Federico Dimarco si è dimostrato essere un giocatore piuttosto ambizioso. Non a caso Luciano Spalletti ha scelto di cucire per lui un ruolo ben preciso, consentendogli di abbandonare momentaneamente la fascia laterale per tagliare in mezzo come un trequartista. C’è da dire che anche su di lui è necessario investire, dal momento che finora Dimarco ha sempre visto la necessità di una spalla con cui cooperare. Insieme con Chiesa, infatti, il match di qualificazione ha visto alcune manovre interessanti che però non si sono mai trasformate in occasioni da gol. Da migliorare, infine, sono le verticalizzazioni e le gestioni degli spazi, così come i passaggi lunghi che non sempre sono puliti e fluidi.

C’è da migliorare, ma siamo in Europa

Sono sicuramente molti gli aspetti da migliorare, specialmente se si considera che da questo momento gli azzurri dovranno affrontare alcuni team realmente competitivi. Non possiamo far altro che condividere il pensiero di Arrigo Sacchi. Siamo in Europa, e la cosa ci dà grande gioia, ma non dobbiamo assolutamente abbassare l’asticella della competitività.